Ha lasciato questa Terra dopo aver tenuto il mondo in apprensione per lei diversi giorni. Aretha Franklin, universalmente conosciuta come la Regina del Soul, si è spenta a Detroit il 16 agosto 2018. Tutti abbiamo pianto la sua dipartita, poiché Aretha, a ragion dovuta, è considerata una delle più grandi cantanti della storia.
Dotata di una voce unica e di una forza fuori dal comune, è stata non solo colei che cambiò per sempre il modo di concepire la musica soul, ma anche un’attivista per i diritti sociali, una pioniera della sperimentazione musicale e un’icona di riferimento per intere generazioni. La stella sulla Hollywood Walk of Fame, il fatto di essere stata la prima donna nella storia a entrare nella Rock ‘n’ Roll All of Fame (il 20 gennaio 1987), e persino il Premio Kennedy, conferitole nel 1994 per il suo contributo all’arte e alla cultura, sono solo spioncini attraverso i quali poter avere una visione parziale del suo talento e della sua importanza.
L’infanzia e gli inizi di Aretha Franklin
Aretha Louise Franklin nasce a Memphis, il 25 marzo 1942 e ha un’infanzia piuttosto infelice. Sua madre, Barbara Siggers, cantante gospel, lascia la famiglia quando la piccola, quarta di cinque figli, ha ancora solo sei anni, e muore quattro anni dopo per un attacco di cuore. Suo padre, il reverendo battista Clarence La Vaughan “C. L.” Franklin, impartisce ai suoi figli una solida educazione religiosa, ed è proprio lui a intuire per primo le doti delle figlie Aretha, Carolyn ed Erma. Le tre fanciulle entrano a far parte del coro gospel della sua chiesa, e sono ancora più presenti dopo il trasferimento della famiglia a Detroit. Qui Aretha suona anche il piano durante le funzioni religiose. Suo padre è uno dei predicatori più stimati e la sua chiesa conta più di 4.500 fedeli, tra cui molte stelle del panorama musicale di allora, come Smokey Robinson. Tali influenze nutrono lo spirito irrequieto di Aretha, che incide i primi dischi proprio registrando le funzioni religiose di suo padre, e parte per una sorta di primo tour insieme al reverendo, che ogni tanto intraprendeva viaggi di predicazione.
Lo stesso anno rimane incinta per la prima volta. A soli quattordici anni diventa madre di Clarence, e a sedici di Edward. I due figli portano entrambi il cognome della madre. La fragilità del carattere della “bambina prodigio” inizia a portare delle conseguenze, rendendola vittima del comportamento di certi adulti nei suoi confronti.
Di contro, Aretha suscita l’attenzione di tutti ed entra in contatto con esponenti di spicco del panorama musicale, tra cui i cantanti gospel Mahalia Jackson, Sam Cooke e Clara Ward, che le vogliono far firmare un contratto con la RCA, e il produttore Berry Gondry che la vorrebbe follemente tra le schiere della Motown. Infine, è John Hammond ad aggiudicarsela, mettendola sotto contratto con la Columbia e facendole incidere il primo singolo a soli diciotto anni. Purtroppo, il repertorio prevalentemente pop della casa discografica non è l’ideale per far emergere le doti canore della nostra ragazza, che in quel periodo si ispira molto anche a un’amica di famiglia a cui è molto affezionata: Dinah Washington. Tuttavia, nei primi anni Sessanta, riesce a ottenere un discreto successo con qualche singolo, grazie all’alacre lavoro del suo manager alla Columbia, Ted White, che nel frattempo ha sposato nel 1961, e dal quale avrà un terzo figlio, Ted Junior.
Il 1967 e il successo di Aretha Franklin
La vera svolta nella carriera di Aretha Franklin avviene solo quando la cantante decide di cambiare casa discografica: nel 1967 firma con la Atlantic Records. Qui i produttori Jerry Wexler e Arif Mardin le lasciano da una parte maggiore libertà espressiva e facoltà di scegliere ciò che è meglio per il suo timbro vocale, dall’altra la coinvolgono con le loro particolarissime sonorità, che portano lo R&B verso strade non ancora battute. Lo stesso anno le fanno registrare una cover che il grande Otis Redding aveva composto due anni prima, Respect, che Aretha sente molto vicina ai suoi personali sentimenti sociali. Grazie a questo singolo, la cantante diviene in poco tempo un’attivista per la parità dei diritti e Respect, alle cui parole la Franklin imprime un’energia vitale del tutto nuova, viene assunta come simbolo delle lotte dei “coloured”. La sua esecuzione è come un urlo che si leva da tutti loro: ecco che non solo i militanti per i diritti civili, ma anche i movimenti femministi ne fanno la loro bandiera.
Quasi tutti i singoli incisi per la Atlantic scalavano in breve tempo la Billboard Top 100, piazzandosi sempre ai primi dieci posti. Alla singer non serviva altro che qualcuno togliesse le briglie alla sua voce portentosa. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, incise tutti i suoi maggiori successi: Chain of Fools, (You Make Me Feel Like) A Natural Woman, Think e Baby I Love You. Sono di questi anni anche i due dischi che maggiormente la caratterizzano: Live at Fillmore West e soprattutto Amazing Grace, il disco gospel più venduto nella storia, registrato all’interno di una chiesa battista di Los Angeles.
Nel 1968, i Grammy Award istituiscono la nuova categoria R&B e Aretha Franklin, che nel frattempo è diventata universalmente The Queen of Soul, ottiene per ben otto anni consecutivi il premio Best Female R&B Vocal Performance. Nel corso degli anni, batterà ogni record, con ben ventitré nomination. Lo stesso anno viene scelta per cantare al funerale di Martin Luther King, della cui lotta per la parità dei diritti era una fervida sostenitrice. Lo stesso anno canta anche alla convention nazionale dei Democratici a Chicago.
Se la carriera va a gonfie vele, lo stesso non può dirsi per la vita privata: Ted White si rivela un marito violento